I primi di novembre è uscito “CHI NON LA PENSA COME NOI”, il disco d’esordio di ALBERTO PATRUCCO nel quale il comico interpreta GEORGES BRASSENS con dodici brani mai tradotti in italiano prima d’ora.
“Chi non la pensa come noi” (Alberi/Edel) è il frutto del percorso compiuto da ALBERTO PATRUCCO tra le parole e la musica di GEORGES BRASSENS, il più raffinato cantautore francese del secolo scorso, un artista unico, dotato di genialità e ironia senza eguali. Il lavoro si compone di dodici versioni inedite (in italiano) e preservate nei loro contenuti da una traduzione accurata che ne ha salvaguardato poesia, sostanza e incisività, col consenso degli eredi di Brassens.
Approfondisco il discorso:
- Perchè la scelta di Brassens?
E' tutto un risultato basato sulle emozioni, ai luoghi d'infanzia. Ho ascolto Brassens la prima volta in tenera età (4 o 5 anni forse) a casa di uno zio. Mi colpirono le frasi che uscivano da quel grammofono, nonostante non capissi la lingua. Nel tempo ho approfondito lo studio dell'artista, e più andavo avanti e più trovavo la sua scrittura stimolante in tutti i sensi. Georges Brassens è le sue canzoni. Parole che emozionano, singolare impasto tra lingua e gergo, quasi sempre venate da una sottile ironia. Musica che cattura. Canzoni che il tempo non ha scalfito. Parole che suonano e musica che parla. Brassens è un uomo e autore libero di grande umanità. Il poeta, il musicista che ha impresso una svolta profonda al grande mondo della canzone. E, senza volerlo, al mio piccolo mondo, tanto da voler realizzare questo lavoro. Non ho mai abbandonato la musica, anche se nel frattempo ho fatto altre cose. Non sono un musicista improvvistato ecco. Il mio intento non era quello di realizzare un prodotto commerciale, tanto che le mie sono traduzioni fedeli del testo, ho limato solo qualcosa per la sonorità, ma voglio che venga ascoltato questo artista, voglio farlo conoscere perchè è un grande patrimonio.
- Chi ha collaborato con te in termini musicali?
Tante persone che ho tutte nel cuore. Un vecchio amico, Daniele Caldarini che ha arrangiato i pezzi, con il quale ci eravamo persi di vista e ci siamo ritrovati dopo tanti anni. E' stato bellissimo, la nostra amicizia è continuata da dove l'avevamo lasciata. Nuovi amici e cito alcuni ma per comodità non per importanza rispetto ad altri, come Ellade Bandini, Sergio Bassanini, Francesco Gaffuri, Luca chiavo, Juan Carlos “Flaco” Biondini, Fabrizio Consoli, Giorgio Conte, Mauro Pagani e Anne Marie Turcotte. Ognuno ha dato del suo, volevo che ci fosse questa fusione tra i generi, così ho cercato musicisti anche nei posti più impensati. Ad esempio Tourcotte è di impostazione classica, ho un ragazzo di 14 anni che suona il basso-tuba. Tanti talenti misti, insomma sono gaudio di non aver rovinato il rovinabile (ride)
- Cos'è per te l'ironia?
(sonora risata) Ironicamente parlando..quanto di più lontano dal comico
- Il pessimisco comico (e cosmico) esiste realmente o è solamente un'invenzione?
Esiste esiste fortunatamente. Io sono pessimista e per far ridere sul serio penso bisogna esserlo.
- Tu hai fatto tante cose oltre il cd. Teatro, televisione, hai scritto un libro. C'è qualcosa che ti soddisfa più dell'altra tra scrivere, cantare e recitare?
Diciamo che io vorrei fermare insieme queste cose, per uscire fuori con me stesso. Penso che tutto parta comunque dalla scrittura, mi tocca molto ad esempio la sintesi di una canzone. Vorrei tanto realizzare uno spettacolo musicale, parole e musica insieme ed ognuna per il posto che occupa.
- Secondo te se Dio fosse umano, sarebbe un comico?
Dopo aver visto i risultati non penso proprio (ride)
- Qualche notizia sui prossimi impegni live e sul contenuto dello spettacolo?
Allora il 21 sono al Blue Note di Milano ed in un certo senso è un debutto. Ma il tour partirà a Gennaio ma ancora non ho il programma (ride). Comunque lo spettacolo sarà arricchito con qualche monologo ironico su politica, economia, vecchiaia ecc tanto per rimanere in tema di pessimismo (ride)
E su questa battuta si chiude una piacevole conversazione con un personaggio singolare ed intenso, che fa dell'ironia un gioco per smorzare i toni drammatici di questo caos chiamato vita, senza mai scadere nel volgare e nel banale.
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